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Scuola di Arti Marziali

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La Nostra Scuola

Il Taekwon-do è un’arte marziale di origine coreana. E’ stato portato ad Agropoli (SA) dal maestro Peter Surmann (D) nel 1990. Nel nostro centro si pratica KickBoxing , il Taekwon-do Tradizionale e Self-Defense (Difesa Personale)

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Taekwondo I.C.T.F.

La Storia

Il Taekwon-Do è frutto dell'instancabile opera di un Maestro coreano, Il Generale Choi Hong Hi, il "padre del Taekwon-Do moderno", colui che ha codificato e creato quest'arte marziale. Il Generale Choi Hong Hi è nato il 9 novembre 1918 nell'attuale Corea del Nord. Da bambino aveva una sofferenza per i suoi genitori. Già da giovane dimostrava uno spirito forte ed indipendente.ll'età di dodici anni fu espulso dalla scuola per agitazioni contro le autorità giapponesi che a quel tempo avevano il controllo della Corea. Questo fu l'inizio di quello che sarebbe diventato il movimento d'indipendenza degli allievi di Kwang Ju. A Dopo l'espulsione dalla scuola, il padre del giovane Choi, ha messo il figlio a studiare lo studio della calligrafia sotto uno degli insegnanti più famosi della Corea, il Maestro Han Il Dong. Oltre che essere conosciuto come maestro di calligrafia, Han Il Dong era Maestro di Taek Kyon, un'antica arte marziale coreana proibita a quei tempi. Nel 1937, Choi si è trasferito in Giappone per una ulteriore cultura personale. Poco prima di lasciare la Corea, si trovò a discutere animatamente di un argomento piuttosto scottante con un lottatore professionista. Questa minaccia dette un nuovo slancio all'addestramento del giovane Choi nelle arti marziali. A Kyoto, Choi, venne in contatto con un coreano, Him, che insegnava karatè. In due anni d'addestramento intensificato, Choi raggiunse il grado di cintura nera primo Dan. Queste tecniche unite alle tecniche del Taek Kyon (tecniche di piede), furono i precursori del Taekwon-Do moderno. Choi seguì un periodo di addestramento sia mentale che fisico all'università di Tokyo. In questi anni, l'addestramento e la sperimentazione delle nuove tecniche di lotta sono stati intensificati fino al personale raggiungimento della cintura nera secondo Dan in karatè e con l'insegnamento in una palestra di Tokyo. Choi racconta una particolare esperienza vissuta in questo periodo.Non vi era nessun palo di sostegno dei fili elettrici, in città, che non avesse colpito per vedere se i fili di rame avessero vibrato. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Choi è stato costretto, contro la sua volontà, ad arruolarsi nell'esercito giapponese. Ritornato in patria mentre era a Pyongyang (Corea del Nord), fu implicato come il pianificatore del movimento d'indipendenza coreano e fu internato in una prigione giapponese per circa otto mesi. Mentre era in prigione, per alleviare la noia e conservare il fisico, Choi cominciò ad esercitarsi in quest'arte marziale nella solitudine della sua cella. In breve tempo i compagni di cella diventarono i suoi allievi, che coinvolgendo altri detenuti trasformarono il cortile in una gigantesca palestra. La liberazione nel mese d'agosto 1945, risparmiò a Choi una pena di sette anni. In gennaio dell'anno seguente Choi divenne secondo tenente del nuovo esercito sud coreano, questo gli permise di mettere il Taekwon-Do in una nuova orbita. Divenne comandante del distretto di Kwan Ju, dove insegnò la sua arte all'intera compagnia. Fu promosso primo tenente e trasferito a Tae Jon nel secondo reggimento di fanteria. Choi iniziò ad insegnare la sua arte marziale non soltanto ai soldati coreani ma anche agli americani. Questa fu la prima introduzione agli americani di quello che avrebbero poi conosciuto come Taekwon-Do. Nel 1947 Choi venne promosso prima a capitano poi a maggiore. Nel 1949 fu inviato a Seul come testa logistica e diventò istruttore di Taekwon-Do nella scuola americana della polizia militare. Alla fine del 1948, Choi divenne tenente colonnello. Nel 1949 Choi fu promosso a colonnello e per la prima volta visitò gli Stati Uniti andando a Fort Riley. Qui introdusse la sua arte al popolo americano. Nel 1951 divenne brigadiere generale e organizzò la scuola a Pusan come comandante e capo aiuto del reparto accademico. Nel 1952 venne nominato capo del personale del primo corpo e responsabile dell'istruzione a Kang Nung. Ai tempi dell'armistizio, Choi era a comando della quinta divisione di fanteria. L'anno 1953 fu speciale per Choi, sia per la sua carriera militare sia per il progresso della sua nuova arte marziale. Fu l'autore del primo libro sul servizio segreto in Corea. Organizzò la ventinovesima divisione di fanteria nell'isola di Cheju, divenne la mente pensante del Taekwon-Do e fondò l'Oh Do Kwan (ginnastica a modo mio) dove riuscì non soltanto ad addestrare ma anche a sviluppare un moderno sistema che fondesse il Taek Kyon e il karatè. Di grande aiuto gli fu il suo braccio destro Nam Tae Hi. Alla fine dell'anno fondò la Chong Do Kwan (ginnastica dell'onda blu), una delle più grandi palestre di ginnastica per civili della Corea. Il 1955 ha segnato l'inizio del Taekwon-Do come arte marziale coreana. Durante quest'anno si formò una commissione che includeva istruttori, storici e importanti guide sociali. Furono presentati un certo numero di nomi per la nuova arte marziale. L'undici aprile la commissione convocata dal Gen. Choi decise per il nome "Taekwon-Do", suggerito direttamente da Choi. Questo nome voleva sostituire tutti i termini differenti e confusionari quali: Dang Soo, Gong Goo, Taek Kyon, Kwon Bup, ecc.Nel 1959 il Taekwon-Do si allargò al di fuori dei confini coreani, Il Gen. Choi e diciannove delle cinture nere fecero un tour nell'Estremo Oriente. Il tour fu un successo, estasiando gli spettatori con le tecniche di Taekwon-Do. Molti di queste cinture nere divennero i responsabili per l'insegnamento del Taekwon-Do al di fuori della Corea. Durante quest'anno, Choi divenne comandante del secondo esercito di Tae Gu. Il Gen, Choi pubblicò il primo testo coreano sul Taekwon-Do che diventò modello di riferimento per l'edizione del 1965. Nel 1960, Choi assistette al corso moderno di familiarizzazione con le armi in Texas. Qui vi fu il contatto con Jhoon Rhee a San Antonio, dove il Gen. Choi convinse gli allievi e il Maestro ad usare il nome di Taekwon-Do anziché karatè. Jhoon Rhee venne conosciuto come il primo istruttore di Taekwon-Do in America. Ciò ha contrassegnato l'inizio dell'insegnamento del Taekwon-Do negli Stati Uniti d'America. Il 1961 divenne l'anno della maturazione sia per la carriera militare sia nel Taekwon-Do, con il comando di uno dei più grandi centri di addestramento in Corea il sesto corpo dell'esercito. Il Taekwon-Do continuava ad espandersi non soltanto presso i civili e i militari coreani, ma veniva insegnato anche ai soldati degli Stati Uniti della settima divisione di fanteria. Attraverso i suoi allievi, il Taekwon-Do venne introdotto all'accademia militare di West Point. Durante lo stesso anno , Choi rese il Taekwon-Do obbligatorio per le intere forze della polizia della Corea del Sud. Nel 1962, Choi venne nominato ambasciatore in Malesia, dove sparse i primi semi del Taekwon-Do. Nel 1963 avvenne la dimostrazione a New York presso il palazzo delle Nazioni Unite e venne introdotto il Taekwon-Do anche in Vietnam. Lo stesso anno, Choi fece un viaggio in Vietnam con lo scopo di una ulteriore istruzione sul Taekwon-Do perfezionato dopo continui anni di ricerca e dedizione continua. Questa fu una nuova era per il Taekwon-Do in quanto aveva eliminato totalmente la vecchia forma del karatè. Alla fine di quest'anno fu rieletto presidente della federazione coreana di Taekwon-Do. Nel 1965 Choi diventa generale a due stelle e viene nominato ambasciatore del governo della Repubblica della Corea. Viaggia in Germania, Italia, Turchia, Arabia, Malesia, Singapore. Questi viaggi sono significativi perché il Taekwon-Do viene dichiarato come arte marziale coreana. Questa fu la base per la stabilizzazione delle associazioni di Taekwon-Do in questi paesi ma anche nella formazione della federazione internazionale di Taekwon-Do (International Taekwon-Do Federation - ITF) com'è conosciuto oggi. Il 22 marzo 1966 si è formata la " International Taekwon-Do Federation" con le associazioni di: Vietnam, Malesia, Singapore, Repubblica Federale di Germania, Stati Uniti, Turchia, Italia, Arabia, Egitto e Corea. Nel 1967, contribuì alla fusione fra Corea e Vietnam per il Taekwon-Do. Nello stesso anno si formò anche l'associazione di Hong Kong Taekwon-Do. In agosto visitò i tornei di Taekwon-Do a Chicago; in Illinois discusse dell'espansione e della necessaria unificazione delle varie associazioni degli Stati Uniti. Durante quest'anno, Choi incontrò Robert Walson cintura nera quarto Dan, una delle prime autorità non coreane sul Taekwon-Do per porre il proprio lavoro in un libro. Alla fine del 1967, Choi invitò Il Maestro Mas Oyama alla sede dell'I.T.F. a Seul per continuare la discussione interrotta in Giappone, ad Hakone, per avere la conferma dal Maestro Oyama di cambiare le sue tecniche in quelle del Taekwon-Do. Nel 1968, Choi visitò la Francia come delegato principale del governo coreano, per assistere al simposio militare sugli sport internazionali a Parigi. Il Taekwon-Do era nell'ordine del giorno. I delegati di 32 paesi assistettero alla dimostrazione della squadra di Taekwon-Do. Lo stesso anno si formò l'associazione del Regno Unito. Choi visitò anche la Spagna, i Paesi Bassi, il Canada, il Belgio e l'India. Nel 1969, Choi fece un tour per l'Asia sud orientale per studiare le preparazioni di ogni paese per il primo torneo asiatico di Taekwon-Do tenuto a settembre a Hong Kong. Finito il torneo, il Generale decise un giro per il mondo per visitare gli istruttori e raccogliere le fotografie per la prima edizione del suo libro "Taekwon-Do" (copyright 1972). Ad agosto del 1970, Choi visitò venti paesi nel tour dell'Asia sud orientale, il Canada, l'Europa, il Medio Oriente. In marzo 1971 assistette ai secondi tornei asiatici di Taekwon-Do svolti nello stadio di Negara in Malesia. Durante quest'anno selezionò degli istruttori, su richiesta del Gen. Kim Jong Hyun, per istruire le forze militari dell'Iran. Nel 1972 spostò la sede dell' International Taekwon-Do Federation a Toronto, in Canada, durante questi anni, Choi si è impegnato a promuovere la sua arte fra la gioventù di tutto il mondo. È stato punto cardine nell'introdurre il Taekwon-Do nelle università d'Europa, d'America, del Medio Oriente e in Estremo Oriente. Nei mesi di novembre e dicembre 1973, Choi selezionò un "Demo Team" e toccò tredici paesi dall'Europa all'Africa, dal Medio Oriente all'Estremo Oriente. Più di 100.000 persone assistettero alle dimostrazioni di Taekwon-Do. Nel 1974, Choi poteva essere fiero della sua creatura perché il suo sogno si stava avverando, il mondo era conscio dell'esistenza del Taekwon-Do. In questo stesso anno vi furono i primi campionati del mondo a Montreal in Canada. In novembre e dicembre dello stesso anno il Demo Team toccò la Giamaica, il Curacao, La Costa Rica, la Colombia, Il Venezuela e il Surinam. Nel 1975 il Taekwon-Do andò a Sydney, in Australia. Nello stesso anno il Gen. Choi andò in Olanda per dichiarare l'apertura del primo campionato europeo tenuto ad Amsterdam. Nel settembre 1977, Choi visitò la Malesia, la Nuova Zelanda, l'Austria. Alla riunione che si tenne a Tokyo denunciò il presidente della Corea del Sud Park Jung Hee che abusava del Taekwon-Do per puri scopi politici. Nel settembre 1978 vi fu il secondo campionato mondiale di Taekwon-Do in Okhlahoma, Negli Stati Uniti. Nel mese di giugno 1979 si formò a Oslo, in Norvegia l'A.E.T.F ( "All European Taekwon-Do Federation"). Nel 1980 il Taekwon-Do venne introdotto nella Corea del Nord paese di nascita del Gen. Choi Hong Hi. In novembre si tenne il primo A.E.T.F. Championship a Londra con 18 nazioni partecipanti. Nel gennaio 1981, Choi venne chiamato in Australia per dichiarare aperto il primo campionato della zona del Pacifico. Nel gennaio del 1982 si è formata l'associazione giapponese di Taekwon-Do, un sogno personale previsto sin dal 1967. Nello stesso anno, Choi assistette al primo campionato intercontinentale tenuto a dicembre a Napoli. Nei mesi di marzo, aprile e maggio 1983 fece un tour a Santa Barbara, in California, in Europa, in Corea per finire la preparazione dell'enciclopedia del Taekwon-Do il prodotto di tutta la sua ricerca. In ottobre e novembre dello stesso anno si recò in Iugoslavia e in Italia per preparare le fotografie per l'enciclopedia. In aprile 1984 diede inizio ai quarti campionati mondiali a Glasgow, in Scozia. In settembre si riunì a Pyongyang, con i maestri coreani, per finire la pubblicazione dell'enciclopedia. Qui si discusse del trasferimento della sede generale a Vienna, in Austria. In ottobre dichiarò aperto il terzo campionato europeo, era importante perché era il primo evento internazionale su grande scala tenuto in un paese socialista riguardo al Taekwon-Do. Nei mesi seguenti, Choi visito New York per dichiarare aperto il terzo torneo dedicato al Gen. Choi. A dicembre la sede dell' I.T.F. viene spostata a Vienna, in Austria. Nel 1985 venne alla luce l'Enciclopedia del Taekwon-Do e viene ufficializzato lo spostamento della sede dell' I.T.F. a Vienna. In novembre dello stesso anno visita la Norvegia ed è l'ospite d'onore per l'apertura dei campionati scandinavi di Taekwon-Do. Nel mese di giugno del 1986 il Demo Team tocca la Repubblica Popolare Cinese. Nel mese di maggio del 1987 aprì il quinto campionato mondiale di Taekwon-Do ad Atene in Grecia malgrado l'interferenza del regime dittatoriale della Corea del Sud. Il 1988 l'Ungheria ha ospitato il sesto campionato del mondo e per la prima volta viene trasmesso via satellite per tutta Europa. In agosto introduce il Taekwon-Do in Russia. Attualmente il Gen. Choi Hong Hi continua a portare la sua arte marziale con lo spirito indomito che ha dimostrato dedicando se stesso al suo sogno più grande. Il TaeKwon-Do. 1918-2002

Che Cos'è il Taekwon-do I.C.T.F.

SChe cos'è il Taekwon-Do Dare una definizione a quest' Arte Marziale, non è facile, poiché non è soltanto un metodo di autodifesa basato sull'uso di pugni e calci, ma implica uno stile di vita volto alla conoscenza del proprio io. Letteralmente la parola coreana Tae Kwon Do divisa in tre ideogrammi, è l'arte di calciare in volo e colpire di pugno. TAE = calciare in volo KWON = pugno DO = arte Dal punto di vista pratico questa conoscenza approfondita di se stessi, si estrinseca attraverso un duro allenamento fisico, dove ogni praticante deve cercare in se stesso la forza del miglioramento fisico, mentale e spirituale. L'approccio al TaeKwon-Do è diretto e semplice, la sua vera forza deriva dalla sua apparente semplicità. I suoi movimenti riflettono il moto dell'onda del mare, sono fluidi, senza bruschi arresti, si coniugano in un' armonia di tecniche che nascono l'una dalla fine dell'altra. Le tecniche fisiche del Taekwon-Do si basano sui principi della scienza moderna e in particolare della fisica newtoniana la quale insegna a generare il massimo della potenza. Il Gen. Choi ha creato un'ampia varietà di tecniche che possono essere utilizzate in qualsiasi situazione e che si basano sui seguenti principi: • Ogni movimento ha come obiettivo il produrre la massima potenza in accordo alle formule scientifiche e al principio dell'energia cinetica. • I principi che risiedono dietro le tecniche devono essere così chiari in modo che anche chi non conosce il Taekwon-Do sia capace di distinguere un movimento corretto da uno sbagliato. • La distanza e l'angolo di ogni movimento devono essere definiti esattamente in modo da realizzare un attacco o una difesa più efficace. • Il proposito e il metodo di ogni movimento devono essere semplici e chiari, per facilitare il suo insegnamento ed il processo di apprendimento. • Metodi d'insegnamento razionali devono essere sviluppati in modo che tutti, giovani e anziani, donne e uomini, possano godere dei benefici del Taekwon-Do. • Metodi corretti di respirazione devono essere insegnati aumentando la velocità di ogni movimento e riducendo la fatica. • Deve essere possibile attaccare qualsiasi punto vitale del corpo e deve essere possibile difendersi contro tutte le varietà di attacco. • Si deve definire ogni strumento di attacco chiaramente e in funzione del corpo umano. • Ogni movimento deve essere facile da esguire permettendo agli studenti di sfruttare il Taekwon-Do come uno sport e una ricreazione. • Bisogna considerare specialmente la promozione della salute e la prevenzione delle lesioni. • Ogni movimento deve essere armonioso e ritmico in modo che il Taekwon-Do sia esteticamente bello. L'adesione a questi principi fanno del Taekwon-Do un'arte marziale, un'arte estetica, una scienza e uno sport. Il Gen. Choi ci svela i segreti dell'allenamento nel Taekwon-Do che ogni studente deve immagazzinare chiaramente nella sua mente: • Studiare a fondo la teoria della potenza. • Comprendere l'obiettivo e il metodo di ogni allenamento in modo chiaro. • Realizzare il movimento degli occhi, delle mani, dei piedi e la respirazione, in un'azione coordinata unica. • Scegliere gli strumenti di attacco in modo appropriato per ogni punto vitale. • Familiarizzarsi con l'angolo e la distanza corretta di ogni attacco o difesa. • Mantenere le braccia e le gambe leggermente flesse durante l'esecuzione del movimento. • Ogni movimento deve iniziare con un'azione all'indietro, con poche eccezioni. Tuttavia una volta che il movimento è iniziato non bisogna fermarsi prima di aver raggiunto il bersaglio. • Creare un movimento ondulante utilizzando correttamente le ginocchia. • Espirazione corta nel momento di ogni colpo eccetto nel caso del movimento a connessione.

La Filosofia

La filosofia del Taekwon-Do ha come fondamento l'etica, la morale, le norme spirituali attraverso le quali gli uomini possano convivere armoniosamente insieme. Le parole stesse del Gen. Choi ci aiutano a capire meglio: "spero sinceramente che attraverso il Taekwon-Do ogni uomo possa acquisire la forza sufficiente per arrivare ad essere il guardiano della giustizia, opponendosi ai conflitti sociali e coltivando lo spirito umano al livello più alto possibile. E' con questo spirito che mi sono dedicato all'arte del Taekwon-Do per tutti i popoli del mondo". Il Gen. Choi stabilì la filosofia e i seguenti principi come le basi del Taekwon-Do e tutti gli studenti seri di quest'arte li dovrebbero osservare e rispettare attraverso il loro cammino sia nell'arte che nella vita. • Avere la volontà di progredire qualsiasi siano le difficoltà incontrate. • Essere gentile con i deboli e duro con i forti. • Accontentarsi della posizione economica, ma non credere mai che sia al limite lo sviluppo della destrezza. • Portare sempre a termine ciò che si è iniziato, grande o piccolo che sia. • Essere il maestro a disposizione di tutti, senza tenere conto della religione, della razza o delle ideologie degli allievi. • Non cedere mai alle oppressioni o alle minacce quando si sta perseguendo una nobile causa. • Insegnare l'attitudine e l'abilità, con atti e non con parole. • Essere sempre se stesso in qualunque circostanza. • Essere l'eterno maestro, che insegna con il corpo quando è giovane, con le parole quando è vecchio e con i principi morali quando è morto.

I Principi

Cortesia (Ye Uil) Lo studente deve cercare di mettere in pratica i seguenti elementi di cortesia per costruire un carattere nobile. · Promuovere lo spirito di concessioni reciproche. · Vergognarsi dei suoi vizi, rifiutando quelli degli altri. ·Comportarsi educatamente. · Incoraggiare il senso di giustizia e umanità. · Riconoscere l'istruttore dallo studente, l'anziano dal giovane. · Rispettare i beni altrui. · Agire con giustizia e con sincerità. Integrità (Yom Chi) Bisogna distinguere il corretto dallo sbagliato e avere la consapevolezza, quando qualcosa è sbagliata, di sentirsi colpevoli. Di seguito sono riportati alcuni modi di mancanza di integrità. ·Il maestro che disprezza se stesso e l'arte, insegnando tecniche sbagliate ai suoi allievi per una mancanza di conoscenza o di volontà. ·L'istruttore che nasconde le sue tecniche sbagliate, con il lusso della palestra e falsi apprezzamenti ai suoi allievi. · Lo studente che ottiene un grado solo con scopo egocentrico e per sentirsi più potente. · L'istruttore che insegna e promuove l'arte solo ai fini materiali. · L'istruttore o lo studente le cui azioni sono diverse dalle sue azioni. · Lo studente che si vergogna di chiedere aiuto ai suoi minori in grado. Perseveranza (In Nae) Un antico detto dice: "la pazienza porta alla virtù e al merito". Per raggiungere un obiettivo come può essere un'alta graduazione o il perfezionamento tecnico, bisogna perseverare costantemente. Uno dei più importanti segreti per convertirsi in leader del Taekwon-Do è sovrapporsi a ogni difficoltà con perseveranza. Confucio disse: "chi è impaziente nelle piccole cose, sbaglierà nei suoi scopi in situazioni di grande importanza". Autocontrollo (Guk Gi) Questo principio è molto importante sia dentro che fuori il Dojang. La perdita del controllo durante un combattimento può provocare un disastro. Seguendo Lao Tzu " la persona più forte è quella che vince su se stesso più che sugli altri ". SpiritoIndomito (Baekjul Boolgool) " Qui giacciono i 300, che compirono il loro dovere". Una semplice frase per uno dei più grandi atti di coraggio conosciuti dall'umanità. Di fronte alle ingenti forze militari di Serse, Leonida e i suoi 300 spartani nella battaglia delle Termopoli, dimostrarono al mondo il significato dello spirito indomito. Si manifesta quando una persona affronta un grosso problema utilizzando il suo coraggio e senza rinunciare ai suoi principi. Uno studente di Taekwon-Do deve essere sempre modesto e onesto. Confucio disse: " non protestare davanti alle ingiustizie è atto di codardia". Come la storia ha dimostrato , chi persegue i sogni, onestamente e vigorosamente con spirito indomito, non sbaglierà mai nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

Kick Boxing

La Storia

Nonostante la kickboxing abbia origini molto antiche, la sua versione odierna da cui prende il nome è stata coniata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, la savate francese, il taekwondo coreano, il karate contact ed il sanda cinese. I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno (karate full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché, negli anni '70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il Full Contact Karate. Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe. A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine kickboxing spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano WKA ed ISKA. Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui "K" sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso quadrato (ring) atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento con un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi. Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il K-1 World Grand Prix, riservato ai pesi massimi e il K-1 MAX, riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dal muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.

Che Cos'è la KickBoxing

Discipline da tatami Point Fighting Il point-fighting, che significa "combattimento a punti", è una formula della kickboxing che prevede un combattimento non continuato a punti. È tra le sei discipline quella che più si avvicina al karate, di cui questo sport è diretto discendente quando questa disciplina era denominata "karate contact" e quando W.A.K.O non stava per (World Association of Kickboxing Organizations) ma era la sigla per "World All Styles Karate Organization". Infatti come nel karate il combattimento prevede che i due atleti si sfidino sul tatami (a differenza del full-contact dove è previsto un ring), e consiste in combattimenti "al punto" (cioè ad ogni azione valida il combattimento viene fermato e viene assegnato il punto). Altro elemento in comune con il karate, è l'utilizzo delle cinture (dalla bianca alla nera) che graduano gli atleti in base alla loro esperienza. I due atleti combattono su un tatami di forma quadrata che ha area 7x7. Gli arbitri che dirigono l'incontro sono tre e si mettono sui lati esterni del quadrato di gara in modo da non interferire nel combattimento, fuori dal quadrato viene posizionato un banco sul quale saranno esposti il tabellone segnapunti e il timer. Il combattimento varia a seconda delle manifestazioni, ma solitamente dura due round di due minuti ciascuno, e consiste nel colpire prima dell'avversario in una delle zone "legali" del corpo dell'avversario (quindi nel tronco e nella testa, escludendo colpi ai genitali, alle gambe, al collo e ai reni). L'incontro inizia con il "saluto" dei due avversari (provenendo da un'arte marziale il vi è l'obbligo del rispetto dell'avversario) e con l'arbitro che darà il via con il termine "fight"; al termine del "stop" l'arbitro di gara interrompe momentaneamente il combattimento e consultanto gli altri due giudici di gara assegna il punto ad uno dei due contendenti (può essere assegnato anche ad entrambi nel caso in cui siano andati a segno contemporaneamente) I punti in base ai seguenti criteri: Tecnica di pugno al corpo: 1 punto Tecnica di pugno alla testa: 1 punto Tecnica di pugno in volo: 1 punto Tecnica di calcio al corpo: 1 punto Tecnica di calcio alla testa: 2 punti Tecnica di calcio al corpo in volo: 2 punti Tecnica di calcio alla testa in volo: 3 punti Tecnica di spazzata seguendo il senso articolare della gamba colpita facendo cadere l'avversario: 1 punto Durante il combattimento ogni atleta dovrà essere munito delle seguenti protezioni obbligatorie: guanti a mano aperta paratibia calzari paradenti gomitiere conchiglia paraseno (solo per le donne) A differenza delle altre discipline nel point-fighting non vi è praticamente mai l'utilizzo dei "ganci" e dei "montanti" in quanto difficili da eseguirsi senza essere prima colpiti, mentre vengono predilette tutte le tecniche di calcio. Una tecnica tipica del point fighting è il "blitz", che consiste in un attacco improvviso andando a finire "addosso" all'avversario, tecniche impossibili da utilizzare nelle altre discipline della kickboxing perché poco utile specialmente in caso di contatto pieno. Poiché il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, richiede soprattutto doti specifiche di rapidità, reattività, prontezza e velocità, richiedendo più una preparazione atletica che una vera preparazione sulla forza. Il point fighting, facendo un paragone con altri sport, potrebbe essere definito come la "scherma" della kickboxing. Light-contact Categoria light contact Il Light-contact, che letteralmente significa "contatto leggero", ma è inteso anche come "contatto controllato" ed è una formula della kickboxing che prevede un combattimento continuato a punti. Come nel point fighting, il contatto deve essere necessariamente limitato o controllato, e privilegia soprattutto le doti specifiche di esecuzione tecnica e di pulizia dei colpi che vanno eseguiti con scioltezza e velocità, privilegiando la tecnica alla forza. I due atleti combattono su un tatami, ma a differenza del point fighting sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento, e senza che l'arbitro interrompa il combattimento dopo l'esecuzione di una tecnica portata a segno. Il combattimento dura due o tre round da due minuti a seconda del tipo di competizione nazionale o internazionale e i due atleti, combattono in posizione di guardia frontale o semifrontale uno dall'altro, possono trovarsi anche a distanza molto stretta e colpirsi a vicenda con le varie tecniche di pugno e di calcio previste. L'arbitro di gara può fermare l'incontro solo in caso di "break", quando cioè gli atleti si trovano in clinch e vanno distanziati, oppure in caso di richiamo per eccessivo contatto, scorrettezze o uscita dal quadrato di gara: le uscite comportano una sottrazione di un punto fino alla quarta uscita dal tatami dove l'atleta viene squalificato, stesso discorso con i richiami (il primo richiamo però non comporta decurtazione di punti). Oltre all'arbitro centrale, vi sono tre giudici di gara che servendosi di un cartellino come nel contatto pieno sommano i punti totalizzati, e assegnano la vittoria. Da poco è stato inserito il sistema easy scoring, dei tabelloni elettronici dove i giudici assegnano i punti con un mouse dedicato, in questo modo si ha la visione effettiva sui monitor dell'andamento dell'incontro. Poiché nel light-contact non è previsto il K.O., la vittoria è perseguibile soltanto accumulando più punti dell'avversario e in caso di parità decidono si ha la decisione arbitrale di preferenza, nel caso si utilizzo del sistema easy scoring sarà direttamente il sistema a decretare il vincitore. Kick-light Esiste infine una versione del light-contact, definita Kick Light, che aggiunge alla tradizionale formula del light-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite: l'unico tipo di calcio che si può eseguire al di sotto della cintura. La differenza con il tradizionale light-contact è che nella kick light le distanze si accorciano ulteriormente e l'atleta necessita di una prontezza e di una mobilità maggiore per evitare i pericolosissimi calci portati sotto la cintura e sferrati nella coscia, che naturalmente danno punti. Discipline da ring Full-contact German Open 2010 Il Full-contact, che significa "contatto pieno", e universalmente riconosciuta come la "formula principe" di questo sport. Nato negli USA come variante del Full contact karate, in Europa e nel mondo si distaccò ben presto dall'aspetto marziale, unì subito il pugilato alle tecniche di calcio e diventò con gli anni lo sport da ring per eccellenza. Prevede un combattimento continuato a pieno contatto e infatti, a differenza del semi-contact e del light-contact, i colpi vanno portati con forza e potenza, privilegiando appunto la forza e l'incisività, unita a stile e precisione. Nel full-contact, la preparazione fisica degli atleti è molto più importante che nel semi-contact e nel light-contact, perché diversamente da questi, è consentita la vittoria del match anche via Knock-out (K.O.), cioè quando un combattente subisce un colpo tale da rendergli impossibile il proseguire dell'incontro. I due atleti combattono esclusivamente su un ring da boxe e sono liberi di muoversi sul quadrato di gara a loro piacimento. Il combattimento è suddiviso in round (che possono essere dai tre ai cinque, oppure anche dai dieci ai dodici, a seconda delle federazioni o dell'importanza della competizione) da due minuti. I colpi devono essere portati nel tronco e al volto, sono quindi esclusi i colpi al di sotto della cintura. Come per il light-contact, c'è un arbitro centrale e altri tre di giuria che assegnano i punti. Se l'incontro dura fino al termine delle riprese stabilite e non vi è stato il K.O. o l'interruzione per intervento del medico di bordo ring, allora la vittoria viene stabilita in base ai punti. Questa formula ha molte analogie con la preparazione tecnica e atletica della boxe: infatti l'atleta deve prepararsi secondo un ferreo programma di allenamento dal punto di vista atletico e agonistico e perfezionare la precisione dell'impostazione, dei movimenti e della guardia (come nella boxe) che sono di fondamentale importanza durante il match. Inoltre, come per il light-contact, i colpi di calcio e di pugno vanno eseguiti con precisione tecnica e dovizia di perfezione, aggiungendo però una maggiore dose di forza e potenza poiché, a differenza del light, i colpi nel full devono per forza "fare male". Low-kick Esiste una versione del full-contact, definita Low-Kick, che per l'appunto aggiunge alla tradizionale formula del full-contact la possibilità di colpire con i low kick, cioè con i calci circolari bassi nella parte interna o esterna del quadricipite e anche direttamente alla tibia. Dalla fine degli anni '90, questo tipo di competizione è andato scemando in favore delle regole K-1 (v. sotto). K-1 Rules Disciplina nata nei primi anni novanta dall'omonimo torneo che aveva come scopo principale quella di far affrontare atleti provenienti da diverse arti marziali (come Karate, Muay thai, Taekwondo e Sanda) con un regolamento che fosse valido per tutti i tipi di stile. È considerata la disciplina più completa di tutte in quanto è possibile colpire con tutti i pugni della boxe come il diretto (jab), il gancio (hook), il montante (uppercut) ed inoltre è consentito il pugno-girato (spinning-back) tirato col dorso della mano, con tutti i tipi di calcio (compresi i low-kick) ed inoltre è possibile colpire anche con le ginocchia (si può colpire con qualsiasi parte del ginocchio, in tutti i bersagli consentiti, importante in caso di clinch è dare una sola ginocchiata e poi lasciare l'avversario). Non sono consentite le proiezioni (tuttavia è possibile afferrare la gamba dell'avversario ed entro pochissimi secondi spazzare sulla gamba di appoggio). La grande spettacolarità ha fatto sì che nascessero molte federazioni che organizzassero tornei con il regolamento del K-1 (la più grande attualmente è il Glory), e che molti atleti professionisti combattessero in questa disciplina come Giorgio Petrosyan, Raymond Daniels, Mirko Cro Cop, Ernesto Hoost, Peter Aerts, Badr Hari, Rico Verhoeven, Buakaw e Andy Hug.

Difesa Personale S.D.S.

La Storia

Che Cos'è la Difesa Personale S.D.S.

DIFESA PERSONALE SDS 360° PROTECTION La società civile contemporanea, paradossalmente garante della tutela dei diritti è pervasa da molteplici nuove tipologie e forme di violenza, legate a dimensioni tipiche della vita moderna (abusi finanziari e societari, violenze e intimidazioni telematiche, mobbing e molestie sessuali, violenze e abusi psicologici). Questo comporta la sempre maggiore richiesta di sicurezza intesa come Sicurezza Personale (dal lat. sine cura = senza preoccupazione). In quest'ottica il progetto proposto si prefigge lo scopo di inquadrare questa esigenza di sicurezza in un contesto organico, tecnico, formativo e psicologico in assenza del quale si rischierebbe di fornire una nozione di Difesa Personale empirica, naturalistica, atecnica, di matrice mediatica, estremamente inesatta e quindi fuorviante e pericolosa. Il percorso formativo proposto, se non può incidere sulla sicurezza reale - che è funzione della realtà sociale - sicuramente può aumentare la sicurezza percepita che è direttamente legata alle risorse e all'autoefficacia insite in ogni individuo e incrementabili con un lavoro mirato allo scopo. Come vogliamo organizzarlo...La filosofia sarà quella di una Difesa Personale alla portata di tutti, non un nuovo sistema ma bensì un gruppo di lavoro costituito da praticanti di Arti Marziali e Professionisti della Sicurezza in ambito Pubblico, Privato e Militare. Un modo concreto di intendere la Difesa Personale a 360°, secondo i bisogni delle categorie sociali e professionali che vorranno intraprendere questo percorso costituito da "principi comuni" per trovare "soluzioni" (da cui S.D.S. Self Defense Solutions - Soluzioni per la Difesa Personale) per la sicurezza e protezione personale. Il ricorso a sinergie interne già operanti nella struttura e nel territorio ci permettono di tenere fede agli impegni suddetti spaziando dalla difesa personale classica, a quella specifica per le donne finanche al soddisfacimento di particolari esigenze relative alla professional security e military

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